Luca La Gamma's Blog

1 February 2012

Hotline, risponde Silvio

Dal Corriere della Sera del 31 gennaio:

Il leader Pdl Silvio Berlusconi sta pensando di allestire una sorta di «centralino telefonico» a Palazzo Grazioli al quale periodicamente i cittadini potrebbero rivolgersi per parlare direttamente con lui.

 

ECCO L’IDEA!

Articolo 59 della Costituzione:

E` senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.

Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.

La proposta del Pdl e del quotidiano Libero :

Ora che è scomparso Oscar Luigi Scalfaro, perché Napolitano non nomina Senatore a Vita Silvio Berlusconi?

 

8 November 2011

TRA LE MACERIE DELL’AQUILA.


L’Aquila, 8 novembre 2011
– Sono passati 2 anni, 7 mesi e 2 giorni da quel fatidico 6 Aprile 2009. Alle ore 3,32 l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia registrò il clamoroso sisma di magnitudo 5,8 Mw che rase al suolo gran parte del capoluogo abruzzese. Le 256 scosse successive, i 308 morti, i 1600 feriti (di cui 200 gravi) e i disagi per il popolo aquilano (notti all’addiaccio, case distrutte, carenza di cibo e riscaldamenti), sono ormai storia.

Due anni, 7 mesi e 2 giorni dopo quella brutale notte, L’Aquila si presenta ai miei occhi come se fosse stata abbandonata dagli uomini. Una città che ostenta una triste realtà: difficoltà di rinascita. Passeggiando per le strade del centro storico, passando per porta Bazzano fino ad arrivare alla più famosa via XX Settembre, luogo simbolo della strage, noto con enorme dispiacere che le promesse fatte dal governo (ricostruzione entro la fine di aprile 2010) non sono state mantenute. Intorno a me si presenta uno spettacolo inverosimile: cantieri aperti, palazzi “legati” (vedi foto ndr), muri sorretti da travi di legno e ancora, massi a terra, finestre rotte, case abbandonate. Dopo le 18,00 non c’è quasi più nessuno per le strade. Non si sentono rumori, non girano macchine, ci sono solo poche attività commerciali aperte.

Molte zone della città sono ancora off-limits. Ovunque volgo lo sguardo vedo divieti di accesso, case serrate che non saranno riaperte se non si attuerà un vero piano di ricostruzione. Arrivo davanti una pompa di benzina inaccessibile a causa dell’ instabilità delle mura. Noto con disprezzo che in due anni l’unico “sviluppo” che c’è stato riguarda il carburante. La crisi economico-sociale che ha inevitabilmente colpito questa città si respira nell’aria.

Arrivo alla Villa Comunale dove un nutrito numero di aquilani (stimati intorno al migliaio) si è riunito per manifestare contro il piano tasse per i terremotati. Mi fermo a parlare con un signore, Alfredo. Gli domando i motivi della manifestazione e vengo a sapere che sono ore decisive per stabilire l’abbattimento del 60% delle tasse da restituire. “Se il Presidente del Consiglio non firma il decreto di proroga, entro fine novembre dovremo pagare le tasse che ci sono state sospese nel periodo post-sismico (aprile 2009-giugno 2010 ndr)“. Verso le 17,30 arriva la conferma dell’ordinanza di proroga. Boccata d’ossigeno, l’ennesima, fino a fine dicembre. La furia dei manifestanti, però, si ripercuote sul sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente e sul commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi, imbeccati dai fischi ad ogni intervento. “Ci fermeremo solo quando sarà approvato definitivamente l’emendamento con una copertura economica certa per una restituzione rimandata di almeno due anni e al 40% dell’importo, come avvenuto a seguito di tutte le altre catastrofi naturali in Italia”, mi racconta il signor Alfredo. “E’ il minimo che un governo possa fare in un territorio dove nulla di concreto si è fatto per risollevare l’economia, e dove la ricostruzione è ancora drammaticamente ferma.

L’Aquila dorme ancora, ma non per colpa degli aquilani che assistono impotenti ad una ripresa che non c’è mai stata. Questa è la triste realtà che mi si prospetta ad oltre due anni e mezzo dal terremoto. Non si sa quando il popolo aquilano tornerà a godere e a sfruttare appieno delle meraviglie di questa città, quando verranno riaperte tutte le strade e quando chi si è visto privare dalla natura dei propri beni immobili riuscirà a riappropriarsene. Il famoso aprile 2010 è passato, e anche il 2011. Il governo non fa niente, tranne prolungare la restituzione delle tasse di mese in mese. Troppo poco per un popolo distrutto dal punto di vista socio-economico. Troppo poco per un capoluogo di regione che merita di tornare a brillare di luce propria.

      

     

                               

      

7 June 2011

NON FARE IL PIRLA: VIENI A VOTARE!

Mi sono fatto un giro sul web per cercare di chiarirmi le idee e chiarirle anche a voi che leggerete questo post. Il 12 e 13 giugno saremo chiamati a votare ben 4 referendum popolari riguardanti la privatizzazione dell’acqua (due referendum), il nucleare e il legittimo impedimento. Ogni scelta, la VOSTRA scelta, cambierà inevitabilmente le “sorti” di queste leggi. Cercherò qui di spiegarvi perché converrebbe votare SI.
PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA (UNO E DUE):
1) Il primo quesito recita:
<<Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?>>
Votando SI: si dice NO alla privatizzazione dell’acqua. Perché è giusto votare SI?
La normativa, approvata dal governo Berlusconi, stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati (gli stessi delle acque minerali per intenderci) attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40% della quota. Così facendo, andrebbero a finire definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO acqua (gestori pubblici delle risorse idriche) che attualmente non hanno proceduto “ad affidamento” o che hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Non solo, la norma disciplina le società miste collocate in Borsa che, se vorranno mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015.
2) Il secondo quesito, recita:
<<Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?>>
Votando SI: si dice NO ai profitti sull’acqua. Perché è giusto votare SI?
Si propone l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.
L’abrogazione parziale è legata alla parte di normativa che permette al gestore del servizio idrico di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a logiche di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio stesso. (Vi sembra normale?)
IL NUCLEARE:
Il referendum recita:
<<Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?>>
Votando SI: si dice NO al ritorno del nucleare in Italia. Perché votare SI?
1. Le centrali nucleari non sono sicure
Non stiamo parlando solo di Fukushima, ma anche di nuovi reattori. Sono già tre le agenzie europee per la sicurezza nucleare che hanno bocciato il reattore EPR di Areva, lo stesso che Enel vorrebbe costruire in Italia: sono la britannica HSE’sND, la finlandese STUK e la stessa agenzia francese ASN.
2. Anche se siamo circondati da reattori non significa che costruirli in Italia  manterrebbe inalterato il rischio.
Il rischio in caso di incidente nucleare è puntuale, ovvero è tanto maggiore quanto si è più vicini alla sorgente di radiazioni. E Fukushima ne è un esempio.
3. La questione delle scorie nucleari non è risolta.
Attualmente non esistono soluzioni valide. Dalla “vetrificazione” ai depositi definitivi, nulla sembra funzionare. Pensate che negli Stati Uniti è dal 1978 che si sta studiando un deposito definitivo per le scorie radioattive a più alta intensità nel sito di Yucca Mountain, nel deserto del Nevada. I suoi costi di costruzione supereranno i 54 miliardi di dollari e non è affatto certo che entrerà mai in funzione.
4. Il nucleare non costa meno e i numeri dimostrano che nel mondo non vi è alcun rilancio.
Le stime più recenti fatte negli Stati Uniti dimostrano che al 2020 il costo del kilowattora nucleare da nuovi impianti sarà maggiore del 75% rispetto a quello del gas e del 27% rispetto all’eolico. Tutto a carico dei contribuenti. Non solo, in termini relativi il peso del nucleare nella produzione globale di elettricità è sceso dal 17,2% del 1999 al 13,5% del 2008 (International Energy Agency, 2010). Siamo veramente sicuri che sia l’energia del futuro?
A seguito del disastro nucleare di Fukushima Daijchi, il governo italiano ha emanato il decreto legge n.34/2011 che, all’art. 5 prevede una moratoria di un anno sull’avvio del programma nucleare italiano. Ad aprile, con un emendamento al decreto omnibus 2011, il Governo ha aperto la strada ad un’ulteriore modifica della normativa sul nucleare oggetto del terzo quesito referendario.
Tale emendamento concede allo stesso governo di riaprire la questione nucleare in Italia una volta acquisite “nuove evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza, tenendo conto dello sviluppo tecnologico e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea“.
Era evidente la volontà di rimandare e voler far saltare così il referendum sul nucleare: “Se fossimo andati oggi a quel referendum – ha dichiarato il nostro Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi –  il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire. Abbiamo introdotto questa moratoria responsabilmente, per far sì che dopo un anno o due si possa tornare a discuterne con un’opinione pubblica consapevole. Siamo convinti che il nucleare sia un destino ineluttabile”. La Corte, come abbiamo visto, ha comunque ribadito che si andrà a votare.
LEGITTIMO IMPEDIMENTO:
Il referendum recita:
<<Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?>>
Votando SI: si abolisce il legittimo impedimento. Perché è giusto votare SI:
1. Perché la legge è uguale per tutti, anche (e soprattutto) per il signor Silvio Berlusconi. Se smette di essere così, la democrazia (se ce n’è una) morirà definitivamente.
2. Perché se chi governa un paese è accusato di un crimine ha il diritto di difendersi, ma in processo, non dal processo.
3. Perché se al governo c’è un bastardo i cittadini devono saperlo subito. Non dopo che ha lasciato il governo, quando il danno è già stato fatto.
4. Perché assumere cariche pubbliche è una responsabilità che impone comportamenti trasparenti. Non un privilegio che regala l’impunità ai potenti.
Se avevate impegni per il 12 e 13 giugno, vi consiglio caldamente di annullarli e di recarvi alle urne per far valere la VOSTRA VOCE.  La validità del referendum abrogativo, uno dei pochi strumenti in mano ai cittadini per esprimere direttamente la propria volontà democratica, dipende dal raggiungimento del quorum, il 50%+1 degli aventi diritto al voto.
Non fare il pirla, vieni a votare se anche tu vuoi far valere la tua voce per una giusta causa e per liberarci di una “persona” che ci sta portando alla rovina.
Il video è tratto da youtube.

25 May 2011

MINI-STRONZ…EHMMM..STERO!

Preso dalla curiosità che mi hanno suscitato gli ultimi, agghiaccianti interventi di Bossi & Co riguardo il trasferimento dei ministeri al nord (non ultima la dichiarazione pazzesca del capo della Lega che ha dichiarato: “Avviene in tutta Europa, in Francia e in Inghilterra. Perché non deve esserci qui?
Dicevo.. Mosso dalla curiosità di queste dichiarazioni, mi sono sfogliato una ad una le pagine di Wikipedia relative ai ministeri dell’attuale governo francese. Ecco i risultati:
Ministero degli Affari esteri, Quai d’Orsay 37, Parigi
Ministero della Difesa
, Rue Saint-Dominique 14, Parigi.
Ministero dell’Ecologia, Sviluppo sostenibile e Trasporti, Boulevard Saint-Germain,Parigi
Ministero della Giustizia, Hôtel de Bourvallais, Place Vendôme, Parigi.
Ministero dell’Interno e dell’Immigrazione, Hôtel de Beauvau, Place Beauvau, Parigi.
Ministero dell’Economia, Finanze e Industria, Rue de Bercy 139, Parigi.
Ministero della Salute e del Lavoro, Rue de Grenelle 127, Parigi.
Ministero dell’Istruzione e della Gioventù, Rue de Grenelle 110, Parigi.
Ministero dei Conti pubblici e della Funziona pubblica, Rue de Bercy 139, Parigi.
Ministero dell’Istruzione superiore e della Ricerca, Rue Descartes 1, Parigi.
Ministero dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, Rue de Varenne 78, Parigi.
Ministero della Cultura e della Comunicazione, Rue de Valois 3, Parigi.
Ministero delle Solidarietà e della Coesione sociale, Hôtel de Castries, Parigi.
Ministero della Città, Rue Saint-Dominique 35, Parigi.
Ministero dello Sport, Avenue de France 95, Parigi.
Rapporti con il Parlamento, Rue de Varenne 69, Parigi.
Ah però aspettate un momento, si parlava anche di ministeri inglesi!!!!! Ecco sempre i risultati di Wikipedia:
Dipartimento Affari e Innovazione, Victoria Street 1, Londra.
Dipartimento Comunità ed Enti locali, Eland House, Bressenden Place, Londra.
Dipartimento Cultura, Media e Sport, Coskspur Street 2-4, Londra.
Dipartimento dell’Educazione, Sanctuary Buildings, Great Smith Street, Londra.
Dipartimento Energia e Cambiamento climaticoWhitehall Place 3, Londra.
Dipartimento Ambiente, Alimentazione e Affari rurali, Nobel House, Smith Square,Londra.
Dipartimento per lo Sviluppo internazionale, Palace Street 1, Londra.
Dipartimento dei Trasporti, Marsham Street 76, Londra.
Dipartimento del Lavoro e della Previdenza, John Adam Street 1-11, Londra.
Dipartimento della Salute, Richmond House, Whitehall 79, Londra.
Dipartimento Garanzia dei crediti all’esportazione, Exchange Tower 2, Harbour Exchange Square, Londra.
Ufficio Esteri e Commonwealth, King Charles Street, Londra.
Ufficio Pari opportunità, Eland Hous, e Bressenden Place, Londra.
Her Majesty’s Treasury” (Tesoro), Horse Guards Road 1, Londra.
“Home Office” (Interni), Marsham Street, Londra.
Ministro della Difesa, Whitehall, Londra.
Ministro della Giustizia, Petty France 102, Londra.
Ufficio Irlanda del Nord, Millbank 11, Londra.
Ufficio dell’Avvocato generale per la Scozia, Dover House, Whitehall, Londra.
Ufficio Scozia, Whitehall, Londra.
Ufficio Galles, Whitehall, Londra.
A occhio e croce non ci sono ministeri dislocati in altre città diverse dalle due grandi capitali. Quindi i punti sono due: o la cara Wikipedia non è aggiornata, oppure siamo di fronte all’ennesima stronzata sparata dal “superfantasticoimbattibileindimenticabile” duo Berlusconi – Bossi. Secondo me, però, si sbaglia wikipedia, e la colpa è OVVIAMENTE dei comunisti e della “sinistra estrema“.
Il video è tratto da “il fatto quotidiano”, preso su youtube.

17 April 2011

PERCHE’ IL PREMIER RACCONTA BARZELLETTE

Vi siete mai chiesti “perchè B. racconta in continuazione barzellette”?
Pensateci: quando il vostro presidente del Consiglio è politicamente in difficoltà fa due cose: attacca i comunisti (concetto molto vago della parola stessa che, negli anni, è diventato sempre più generico e comprende non solamente gli ex “militanti” del PCI, ma anche i magistrati, la Corte Costituzionale, l’Unione Europea, la sinistra, i giornali ecc..) e racconta barzellette.
Ma perchè lo fa?
Un primo motivo è individuabile nel fatto che così facendo distrae l’opinione pubblica: attaccando i suoi nemici proietta su di loro tutti i mali passati, presenti e futuri, raccontando barzellette “obbliga” i media a parlarne, magari pure in tono scandalizzato e risentito, ma meglio parlare delle sue barzellette (e di quanto non fanno ridere) che dei suoi fallimenti come uomo di governo.
Il secondo motivo è l’attivazione del codice del bambino. Come scrisse, ormai un decennio fa, Alessandro Amadori (“Mi consenta“, Scheiwiller – Milano, 2002, pagg. 120 e ss.) “in ciascuno di noi, nel nostro inconscio, alberga un bambino (cioè una parte della personalità che ragiona in base al principio di piacere e non al principio di realtà), più ricche e viziate diventano le nostre società, più questo bambino conta. Il Cavaliere lo ha capito e ha avuto il coraggio di parlare al bambino utilizzando il codice del bambino. Ben lungi dall’essere un elemento di debolezza o di inconsistenza del movimento, il suo carattere infantile, sostanzialmente onirico, ne è il principale e straordinario punto di forza“.
Quando noi ci scandalizziamo per le barzellette e le deploriamo non facciamo altro che giudicare con il codice dell’adulto che biasima il bambino. E il bambino, in realtà, non ci capisce. O deve fare un grande sforzo per capirci.
La bravura dei politici di centrosinistra e dei media che dicono di opporsi a Berlusconi deve diventare quella di capire quando Berlusconi usa il codice del bambino (altro esempio: le promesse lampedusane di due settimane fa) e regolarsi di conseguenza: il che non significa che pure il centrosinistra deve cominciare a raccontare barzellette (o promettere campi da golf per tutti), ma – più semplicemente – ignorarle.
Il video è tratto da Repubblica.tv

4 April 2011

IL PAESE DEI BALOCCHI

Qual è il destino di un Paese che crede alle bugie? Perché crede a bugie sistematiche, sempre uguali ma sempre nuove? Perché non solo le tollera, ma le premia? Da qualche giorno quelle di Silvio Berlusconi, per esempio, sono più limpide che mai: sono trascorse le fatidiche «48-60 ore» ma Lampedusa, prevedibilmente, non è un «paradiso» né è tornata a essere abitata da soli lampedusani. L’accordo con Tunisi per i rimpatri non si capisce se esista. Il piano d’intesa con le Regioni annunciato e poismentito, bloccato e rimandato.
Dopo Fukushima, il nucleare è in moratoria per 12 mesi. L’idea di una riforma della giustizia senza leggi ad personam è stata smentita a suon di vaffanculo. La «frustata» all’economia scomparsa. La riduzione delle tasse rinviata, per l’ennesima volta, a data da destinarsi. La compattezza dell’esecutivo in mano alle cinque correnti interne ai Responsabili. Il federalismo una scatola vuota.
Per non parlare dei disastri in politica estera, con Gheddafi combattuto ma compianto, gli aerei impiegati ma senza sparare, le basi date in prestito ma senza convinzione, il Colonnello da esiliare ma non si sa dove, l’asse italo-tedesco annunciato ma smentito. E uno sbandierato ruolo di leadership che si traduce, misteriosamente, in assenze ai vertici cruciali.
Niente di sorprendente per un popolo che ha digerito le menzogne sul terremoto all’Aquila o i rifiuti in Campania, oltre a un macigno inenarrabile di contraddizioni politiche compendiato nella promessa di «rivoluzione liberale» da attuarsi, dice la cronaca recente, tramite salvataggi di Stato che contraddicono il mercato (come quello in corso per Parmalat), finanziamento della cultura con l’aumento delle accise sui carburantie continue, esasperanti, intromissioni nella sfera privata del singolo, dalla sua vita sessuale (fonte di un discrimine giuridico, per il riconoscimento dei propri diritti) all’incredibile vergogna (specie per un liberale) di volerne regolamentare perfino le volontà ultime.
Tutto questo, sia chiaro, non viene detto e scritto solo su questo modesto blog, ma sulle più importanti testate nazionali. Certo, non in prima serata sul Tg1 né, prima della buonanotte, su Porta a Porta, ma in diverse trasmissioni e su molti giornali. E si presuppone che tra i cardini di una democrazia liberale non ci siano cittadini-infanti, da dover imboccare ogni volta aprano la bocca perché affamati. Il senso di responsabilità individuale dovrebbe spingerli a fare uno più uno, spendere quel pugno di  minuti che serve per comprendere che quelle che sembrano bugie sono, in effetti, bugie, e agire di conseguenza. Basta un piccolo sforzo.
Invece non accade. Oppure, se accade, lo si accetta. E lo si premia, attraverso le elezioni. Alcuni dicono sia lo strapotere mediatico del Cavaliere, e indubbiamente si tratta di un fattore decisivo, a cui si sarebbe potuto (e dovuto) immediatamente porre rimedio. Ma siamo sicuri che, dopo 17 anni, sia ancora talmente forte da impedire, a chi lo voglia, di definire “bugie” le bugie? O forse gli italiani non sono così manipolati e manipolabili, e più semplicemente accettano un presidente del Consiglio bugiardo perché tanto lo sono tutti?
Forse, con altre parole, più del conflitto d’interesse potè il qualunquismo. Una tentazione fortissima quando, ad assistere a un dibattito in Aula, si sentono insulti a un disabile, imprecazioni, urla e un italiano talmente stentato da far dubitare di diversi curricula tra quelli presenti nei registri ufficiali. Sono forse questi gli elementi che impediscono ad alcuni di non trarre le dovute conseguenze quando si scopra che il proprio presidente del Consiglio è un bugiardo.
In più c’è un problema strutturale, che non riguarda l’esposizione all’informazione, ma il suo utilizzo. E’ il cruccio che ha afflitto Daniel Ellsberg, l’ex analista dell’intelligence statunitense ed economista che ha trafugato i Pentagon Papers. Migliaia di pagine dove sono messe nero su bianco tutte le bugie contenute nella versione ufficiale del conflitto data dagli Stati Uniti. I documenti escono nel 1971, ma non provocano la fine delle ostilità, che si protrarranno fino al 1975.
Qualcosa di simile è avvenuto nel 2010, con la pubblicazione da parte di WikiLeaks di una montagna di dettagli sulle reali proporzioni del disastro in Iraq e Afghanistan. Il materiale ha fatto rumore, certo, ma non sono rotolate teste. E non ha avuto le profonde conseguenze in termini di reazione della società civile che Julian Assange aveva immaginato.
Questo per dire cosa? Che gli esseri umani, spesso, non utilizzano le informazioni che possiedono. Agiscono assecondando la menzogna anche quando la riconoscono come tale. Nel 1972 Ellsberg, che ha rischiato di trascorrere il resto dei propri giorni in carcere a causa della sua scelta di divulgare documenti coperti da segreto, ha detto che compiere un gesto simile significa mettersi nell’ottica di accettare la possibilità che i propri concittadiniascoltino la verità, la imparino, la capiscano, e poi continuino a ignorarla. Molto peggio del semplice effetto diretto della disinformazione. Una sorta di indifferenza, qualunquistica appunto, per la distinzione tra vero e falso, tra informazione e disinformazione. Forse è questo che sta avvenendo in Italia, nel 2011.
Negli Stati Uniti questi sintomi si sono ripresentati per le guerre in Iraq, scaturita dalla menzogna delle armi di distruzione di massa, e in Afghanistan. In Italia si parla di «regime» e di «rivoluzione». Parole che, forse, finiscono nello stesso calderone di indifferenza. E ci lasciano, disarmati, con le nostre domande. In particolare la prima: e ora?

31 March 2011

BERLUSCONI E I FIGURANTI

Nel post precedente mi domandavo come fosse possibile che gli abitanti di Lampedusa potessero inneggiare al pedonano. Ecco presto svelato l’arcano. Grazie ad alcuni video messi su youtube si sono scoperti gli altarini, per certi versi neanche troppo improbabili. L’illusione ottica creata da B. è l’ennesima evidente dimostrazione di ciò che ironicamente dicevo nel post precedente, ovvero che colui che ci governa è molto simile al “topolino” di “Fantasia”: raggira tutti con le parole e crea situazioni irreali per mostrarci che il suo operato è solo dedito al bene del paese (e che i cittadini sono contenti di lui).
In effetti erano sembrati strani a molti tutti quegli applausi, tutti quei cori e tutto quell’affetto dimostrato dai cittadini lampedusani al vostro Presidente del Consiglio. Per fortuna scopro che quella gioia era artificiale e sapientemente preparata anche mediante l’uso di prepotenza. Della serie “selezione all’ingresso“, neanche fosse il pubblico di una trasmissione televisiva.
Si scopre quindi che il Sindaco di Lampedusa – idolo indiscusso di Emilio Fede – ha intimato ai propri cittadini di non rompere le scatole: “ma che è? togliete ‘ste minchia (di cartelloni), che sennò il Presidente non parla“. Dichiarazione che dovrebbe dirci molto, se non tutto, sulla spontaneità dell’evento. Si scopre inoltre che i pochi oppositori presenti, visto il clima che si stava creando (cartelloni strappati dalle mani, insulti, tensione) hanno preferito andarsene.
Inoltre sembrerebbe che alcuni simpatici figuranti prima dell’apparizione del Presidente abbiano persino minacciato dei ragazzi, colpevoli di voler esporre uno striscione critico nei confronti di B.
Ancora una volta un finto successo di B. e una grande sconfitta per tutti noi. Stiamo precipitando e non ce ne rendiamo conto. Lasciamo pure che questa persona continui a corrompere politici e cittadini, consentiamogli di prenderci per il culo a tutti come ormai fa da anni. Abbiamo da poco festeggiato i 150 anni dell’Unità del nostro Paese. Quello che mi domando, però, è: perché non riusciamo ad essere veramente uniti e a mandare a casa questo pagliaccio?

“LAMPEDUSIA”

Lampedusa. Il vostro premier ha promesso che in 48 ore avrebbe risolto tutto. Un pò come quando nella Napoli sommersa dai rifiuti disse che in tre giorni avrebbe ripulito ogni angolo di strada (andatevi a fare un giro a Napoli). Quest’immagine che allego al post è la prima cosa che mi è venuta in mente nel leggere le sue dichiarazioni: il creativo Topolino che in Fantasia (da qui “Lampedusia”) riesce a incantare le scope e a farle lavorare per lui, salvo combinare i soliti disastri.
Avrei preferito lasciare il titolo Fantasia perché mi sembrava più descrittivo dell’approccio alla realtà di Berlusconi, perchè in un termine risolve le fanfaronate del premier per quello che sono: pura fantasia. Ma quel Fantasia l’ho sacrificato per rendere l’immagine più legata al caso specifico dell’isola tra Africa e Italia, Lampedusa, che direi (viste le cronache) la merita tutta. Questo è il bello (e il brutto) di Berlusconi: è sempre avanti, è sempre un passo oltre la possibilità di schernirlo. Per prendere in giro qualcuno occorre che questo qualcuno si presti, fisicamente, caratterialmente, psicologicamente alla cosa. Leggevo una recensione ad “Habemus Papam” di Nanni Moretti, di Andrea Indini per “Il Giornale“: diceva che è facile prendere in giro il Papa perchè è tanto ingessato nei suoi rituali che qualsiasi cosa insolita gli si faccia fare al di fuori di essi risulta comica. Ecco, la difficoltà di prendere in giro il “pedonano” viene proprio da questo: lui è sempre oltre se stesso, prenderlo in giro risulta quasi sempre banale (tacchi, pelata, sessomane, tappo etc etc). Sta sempre più avanti di tutti, soprattutto più avanti di tutti quei “mollaccioni” di sinistra che non riescono a contrastarlo in nessun campo. Ora si parla di riforme della giustizia, di referendum sul nucleare e di Lampedusa. Mentre il nano si reca quindi sull’isola devastata ormai dalle immigrazioni, in parlamento vince ancora una volta creando leggi ad personam che Di Pietro & Co. non riescono ad evitare (e non venitemi ancora a parlare di maggioranza in Parlamento..)
La cosa che però mi fa più male è leggere uno striscione inquadrato in un servizio del Tg1 esposto da alcuni abitanti di Lampedusa che recita “SANTO SILVIO PENSACI TU“. Se dopo oltre 20 anni di governi, porcate, mignotte, mazzette, leggi ad personam, corruzioni e quant’altro c’è ancora chi lo inneggia in questa maniera, allora credo proprio che ci meritiamo di essere rappresentati da un burattinaio simile..

27 January 2011

TUTTE LE INTERCETTAZIONI DI NICOLE MINETTI E NON SOLO.

Se non è uno schifo questo!
A quanto pare la Minetti se l’è presa perché Berlusconi non l’ha coperta. Probabilmente per questo il “vostro” Presidente del Consiglio ha chiamato l’Infedele, per difendere strenuamente la Minetti che (poverina) s’era offesa.
Spuntano anche 12 chilogrammi di cocaina e diverse agende. I 4,5 milioni per Ruby erano quasi pronti e molti altri soldi erano già sparsi qua e là.
L’ombra della cocaina nell’ambiente più vicino ai festini che coinvolgono le ragazze di via Olgettina è il nuovo capitolo dell’inchiesta. Dalle carte che la Procura milanese ha inviato alla Camera, infatti, emerge un episodio dai contorni inquietanti e tutto da chiarire.
Ad agosto scorso la guardia di Finanza sequestrò 12 chilogrammi di cocaina a un certo Ramirez e a una seconda persona. Ramirez è convivente di Maristella Polanco, la quale aveva ricevuto in prestito una Mini da Nicole Minetti. Ramirez arrivò a via Olgettina con quest’automobile prestata dalla Minetti e la Guardia di Finanza lo fermò. Venne effettuata una perquisizione e trovarono la droga.
Il box perquisito è di pertinenza di Maristella Polanco. Ora c’è un nuovo elemento. Da una conversazione telefonica tra Barbara Faggioli e Nicole Minetti emergerebbe che la Faggioli riferisce alla consigliera regionale lombarda del Pdl che una persona l’ha chiamata per invitare la Minetti stessa a presentare la denuncia.
Continuano a emergere nuovi dettagli anche sugli elementi che supportano l’invito a comparire per il consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti, già indagata per induzione e favoreggiamento della prostituzione e prostituzione minorile. Chi ha visionato le carte della Procura parla di un biglietto di appunti di Ruby in cui si fa riferimento a diamanti e denaro attesi dal Premier. Ecco i nuovi resoconti
Questi sono gli appunti di Ruby sequestrati dagli inquirenti:
14/11
Diamanti; 50 mila per il libro; 12.000 campagna intimo; 200.000 da Luca Risso; 70 mila Conservati da Di Maria; 170 mila conservati da Spinelli; 4 milioni e mezzo da Silvio Berlusconi che ricevo tra due mesi
Il 29/10/2010 Ruby rinuncia all’avvocato Giuliante e nomina avvocato Di Maria
Telefonata 8/01/2011 da Minetti a Faggioli
N. Io do le dimissioni, cioè sta roba è una roba che ti rovina la vita, ti rovina i rapporti, ti logora. Devi avere un pelo sullo stomaco. Ma a me cioè non me ne frega niente. Io voglio sposarmi fidanzarmi, avere dei bambini, una casa..Cioè litigare tutti i giorni con tutti, metterla nel culo a quello di fiducia a te! La politica è un casino… cioè cade lui… cadiamo noi! A lui fa comodo mettere te e me in Parlamento, perché dice “bene me le sono levate dai coglioni”.
8/1/2011 SMS da Minettti a Polanco
“Giusto che si faccia sentire lui se non lo farà mi comporterò di conseguenza… quel briciolo di dignità che mi rimane la voglio tenere”
Sms da Minetti a Faggioli 9/1/2011
“Quando si cagherà addosso per Ruby chiamerà e si ricorderà di noi.. adesso fa finta di non ricevere chiamate”
Sms da Minetti a Maristelle 10/1/2011
Amo’ ma è serio che alla Fico ha regalato la casa? Amo’ se è vero ti giuro che scateno l’inferno…
SMS da Minetti a De Vivo Imma 11/1/2011
“A febbraio è pronto il vostro trilocale”
Da Minetti a Fabbri 12/1/2011
“Le gemelle non lo vogliono il trilocale però lo prende Barbara Guerra”
SMS da Maristelle a Minetti 13/1/2011
“Domani devo pagare la visita medica”
Sms Minetti
“Non pagarla la visita fatti dare il preventivo e lo porto da Spino”
SMS 13/1/2011 da Minetti a Marincea
“Amo’ lui c’è sabato. Dobbiamo andare assolutamente… Se hai qualche amica carina che possiamo portare?
Da Marincea A Minetti
“Fatto. Mia amica del cuore. Molto affidabile.. bella figa”
Appunti da un’agenda:
Agenda febbaio 6 andare da papi; febb 26 andare da Nicole Febra; 27 andare da papa; 7 marzo Papi 2000; 13 marzo papi 2000; 5 aprile 2000 euro; 17 aprile papi 2000; 25 aprile 2000; 22 maggio papi;  Silvio 39335xxxx; 5 giugno papi 2000
Telefonata 15/1/2011 da Faggioli a Sorcinelli
B: “mi ha chiamato adesso da un numero sconosciuto mi ha detto di contattare chi è stato perquisito e di dargli appuntamento alle 9 ad arcore che ha bisogno urgentemente di parlare”
B: “lui ha letto le intercettazioni, son cose brutte”
Telefonata da Faggioli a Arisleida 15/1/2011
B: “ti chiamano solo perché mi ha chiamato il presidente Berlusconi… scandisco le parole, visto che mi stanno ascoltando. Mi ha chiesto la cortesia di farti avvicinare ad arcore alle 19. Ci sono gli avvocati”
Telefonata 15/1/2011 da Aris a Maristella
A: “ha chiamato il presidente B. ha detto che alle 19 devi essere ad Arcore”
Intercettazione 15/01/2011 da Maristella a Faggioli
F: “Sono stata chiamata”
M: “alle 19, amo’”
F: “mi ha chiesto un colloquio con i suoi avvocati. Da quanto ho capito dalle intercettazioni emergono cose molto brutte che noi ragazze diciamo su di lui.”
Da Faggioli a Minetti
B: “Mi ha chiamato la segreteria del presidente e mi hanno passato il presidnet e mi ha di convocare tutte le ragazze per parlare con l’avvocato alle 19”
B: “Che dici? Che è ok?”
N: “No perché … devo parlare al mio avvocato. IO sono indagata, per me la cosa è diversa.. Lui sarà anche il mio capo, ma io sono indagata e lui altrettanto”
SMS Da Minetti a Faggioli
“Preferisco che se mi vuole convocare mi convoca lui”
Telefonata da Minetti a Faggioli 15/01/2011
B: “gliene parlerò al presidente. Mi hai rovinato la vita”
Telefonata 15/1/2011 Da Maristella a Minetti
M: “Ma tu ci sei alle 7?”
N: “No, non credo. Qua la cosa si fa grossa. Io non ci penso neanche sono nella merda seria più di tutti quanti.”
Da un verbale 15/1/2011
Mak Doum Maria: “giugno 2010 lele mora mi chiese se ero interessata a partecipare ad una serata ad arcore presso la residenza del pres consiglio e se sapevo ballare la danza del ventre e se volevo fare parte del suo harem. Mi trasferì a casa sua da giugno ad agosto.Mi sono recata ad arcore a luglio. Alla partenza da viale monza c’erano altre ragazze. Le vetture erano……….. prima di arrivare ad arcore si sono materializzate da una stradina laterale delle autovetture con i contrassegni della polizia di stato. Si trattava di una sola macchina con un lampeggiante.Ognuna di noi si è seduta per la cena dove voleva. Finita la cena il pres disse: “e ora facciamo il Bunga Bunga” e spiegò che cosa era, cioè una cosa sessuale. Lei fa la danza del ventre. Le De Vivo in mutante e reggiseno. Il presidente le toccava e loro lo toccavano nelle parte intime. E si avvicinarono anche a Emilio Fede che le toccava il seno e altre parti intime. Poi la ragazza brasiliana con perizoma ballava la samba in maniera hard.Il presidente le toccava il seno e altre parti intime.Anche le altre ragazze ballavano facendo vedere il seno e il fondo schiena, tutte loro si avvicinavano al presidente che le toccava nelle loro parti intime. Sono rimasta inorridita. Se avessi saputo prima quello che si faceva alla villa non sarei andata. Mora: per entrare nel mondo dello spettacolo bisogna pagare un prezzo, cioè vendere il proprio corpo. Gli dissi che non sarei mai stata disposta: sono rimasta emarginata. Ho raccontato a Ferrigno”
Ultima intercettazione risalente a questi ultimi giorni:
Nicole Minetti: “c’è un limite a tutto non me ne frega un cazzo se lui è il presidente del consiglio e cioè …. Un vecchio e basta
Io non mi faccio pigliare per il culo così.. si sta comportando da pezzo di merda.”
C: lo sapevamo
N: “perché uno che fa così è un pezzo di merda. Perché lui mi ha tirato nei casini in una maniera che solo dio lo sa…. In cui non ci sarei finita neanche se mettevo tutto l’impegno. Gli ho parato il culo e non si può permettere di fare così.”
Next Page »

Create a free website or blog at WordPress.com.